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  • Immagine del redattoreDott.ssa Merli Giulia

Mi presento: il mio nome è Alzheimer




Faccio paura alle persone che iniziano a conoscermi perché creo, in loro, smarrimento, frustrazione e isolamento. Cerco di fare in modo che, ogni mattina, queste stesse persone si guardino davanti allo specchio e provino un profondo senso di vuoto perché non più capaci di riconoscersi. Il mio obiettivo è di impedire loro sia di dire ciò che vorrebbero raccontare che di ricordare i volti dei famigliari che li hanno accompagnati nel loro percorso di vita. Creo ansia, preoccupazione e dipendenza. Questi sono solo alcuni degli aspetti che provoco nelle persone che decido di colpire.

Mi presento: il mio nome è Alzheimer, sono una malattia al momento inguaribile, ma che si può curare.


Di cosa si sta parlando esattamente?


La malattia di Alzheimer è una forma di demenza senile degenerativa che altera le funzioni cognitive legate, ad esempio, al pensare, al ricordare e al progettare con conseguenti effetti devastanti sulla qualità di vita di chi ne viene colpito e dei suoi familiari.

Questa forma di demenza è senza dubbio la più frequente poiché interessa, oggigiorno, il 60-70% della popolazione, senza preferenze di sesso, di gruppo etnico o di localizzazione geografica.

Le caratteristiche cliniche della malattia possono variare notevolmente a seconda delle condizioni di salute e dello stile di vita della persona che ne è affetta; tuttavia l’esordio è generalmente graduale, insidioso, subdolo e il decorso progressivo. L’Alzheimer lavora di sottrazione: cancella e annulla le capacità, i ricordi, la percezione del tempo e tutte quelle doti che rendono una persona unica e speciale. C’è, però, un aspetto che l’Alzheimer non può portare via a nessuno: la possibilità di emozionarsi e il bisogno di sentirsi amati. E’ proprio questa consapevolezza l’arma migliore da usare contro questa forma di demenza. Non sarà sicuramente facile, ma l’importante è sforzarsi di ricordare, in ogni istante, che non si deve confondere la malattia con la persona della quale ci si deve prendere cura: davanti a voi continuerà ad esserci sempre l’uomo o la donna a cui tenete e che tiene a voi.

Con l’Alzheimer la vita di tutti cambierà ma, per evitare che la quotidianità di ogni persona coinvolta si trasformi in una barriera insormontabile, è possibile mettere in campo alcuni atteggiamenti comportamentali e dei semplici accorgimenti pratici affinché la persona malata capisca, anche quando sembrerà lontanissima, che siete lì per accudirla, per rassicurarla, per continuare ad amarla. Piccoli, ma importanti atti di amore come forti abbracci o frasi pronunciate con dolcezza, che possono aiutare a rendere l’Alzheimer una malattia più affrontabile.

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